Archivi del mese: settembre 2012

Prendo il Largo

Ho paura, è normale, come tutte le volte che si ha voglia di cambiare il certo per l’incerto. Troppo spesso, però, è proprio la paura che ci impedisce di rischiare di essere felici.

Accontentarsi, per paura, rimanere fermi, per paura, farsi andare bene ciò che non va bene, per paura. La paura, a volte, è il sentiero che porta all’infelicità.

E’ un ostacolo, ma può essere anche un trampolino di lancio. Un soffio di vento in più che permette alla nostra nave di spiegar le vele e prendere il Largo. Il largo verse mete sconosciute sognando di trovare la nostra America, di vedere che il sole può sorgere a ovest in qualche dove. Di stupirsi.

In viaggio, armati di coraggio, speranza e determinazione.

La nave potrà affondare, rimanere incagliata in qualche tempesta, non trovar nessuna terra promessa…ma sarà in viaggio.

Non riesco più a stare fermo, non riesco più a guardare l’orizzonte senza raggiungerlo e vedere cosa c’è oltre. Non voglio più un’ancora fissa in questa terra legata alla catena della paura, ma un’ancora dentro al cuore per trovar, ovunque sia, la salvezza in ciò in cui credo.

Basta,

Prendo il Largo.

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La vita io l’ho castigata vivendola. Fin dove il cuore mi resse arditamente mi spinsi.

Vincenzo Cardarelli

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Non scelsi io di venire al mondo ma che ti sta bene oppure o no adesso scelgo io come vivere.

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21 Settembre

Il pensiero di te mi culla nel buio che a volte piomba nei miei giorni,

quell’anima tua incompresa ha trovato abbraccio nella mia,

e insieme camminano verso l’eterno.
Al pensiero di te che raggomitolata ti svegli e sorridi

tutto ciò che è stato si allontana,

la paura diventa coraggio

e il buio è di nuovo

Luce.

Ultimo

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Innamoratevi

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Pari a una goccia di Piscio.

E’ l’essere pari ad una goccia di piscio dopo una sbronza che

spinge l’animo stolto a sparlare

d’un male altrui.

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Colpa dell’omo nero

E’ tutta corpa dell’omo nero,
m’ha detto se pijava i sogni pe ‘n anno intero,
ma a me già me rode il culo quanno la befana
se li pija pe ‘na settimana,
figurate mo che ‘n anno è passato
e l’omo nero nun se sa ‘ndo è annato.
Ma sai che te dico? che pure se ha voluto cojonamme
ne ho tanti artri da difenne,
de piagne proprio nun me va,
anzi, me arzo: “Oste! Vieni qua!

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La cura dello sti cazzi.

“Sempre zitto se ne stava,
mentre la gente lo blastava,
anni orribili, nefasti
fin quando non cominciò a dire “sti cazzi”!
“sti cazzi del giudizio e della malalingua,
della paura di sbagliare,
della voglia di piacere
sono piccolo, brutto e me ne frego.
a petto in fuori guardo sto mondo di pazzi
e a tutto e tutti urlerò: sti cazzi!”.
solo così cominciò a viver leggero,
a essere se stesso, quello vero.
di pianti e batoste ne ebbe ancora tante, se devo essere sincero,
ma almeno visse per davvero,
affrontò tutto e tutti senza paura…
e pensare che dire Sti cazzi era la sua cura.

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Against The Grain

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settembre 19, 2012 · 7:52 am

L’Anticrisi

Qui dove regna la ragione

è difficile la vita de ‘n sognatore,

incravattati uomini di potere sempre pronti a parla,

anche alla fine de ‘n sogno metterebbero ‘n conto da pagà.

“c’è la crisi”, “non c’è futuro”, “non c’è pensione”

ahò, ma che è sto clima di terrore!

il paradosso è completo

se a sognare te senti in colpa come fosse vietato,

ma non è che sognare è diventato reato?

Son solo parole quello che scrivo

ma è con speranza che te le dico:

in tutta l’angoscia di sta crisi sfrenata

c’è sempre modo e tempo pe’ fasse ‘na risata,

nella malinconia e paura di ‘na crisi che avanza,

ricorda che pure ar buio si può accende la speranza!

Si non c’hai iphone, ipad e quant’altro non sentitte inferiore

alza il boccale e canta ‘na canzone!

Non voglio sminuì il dolore

di chi a fine mesa non je la fa,

non sia mai, ma da qualche parte ‘n sorriso lo dovrà trova?

E’ da superstite sognare che vojo fini co’ sto pensiero:

quanno tutti i denari saranno finiti

vivremo come l’antichi

sette note pe’ fa musica

e farem ballar la vita,

inchiostro pe’ incide su carta

parole senza tempo che la gente canta,

almeno così, male che va,

da ricco, stronzo o in povertà

‘na canzone nascerà.

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